domenica 12 febbraio 2012

sorella....RAy?

Cosa ne penserebbe Ray....?
tipica sorella dei romanzi ottocenteschi, dallo sguardo basso e timido....cosa ne penserebbe di tutto questo?
Lei che non commenta mai in negativo, che al massimo fa spallucce...e si fa il segno della croce...sorella...
non era d'accordo che ci incontrassimo, non voleva che ci vedessimo, parlava di pericoli, di infingardi e mascalzoni pronti ad insidiarmi...ad insidiare ed assediare ME, uno scherzo della natura, una mole traballante...eppure...non le abbiamo dato ascolto e ci siamo dati un appuntamento e un altro e un altro ancora, incuranti di ciò che potessero dire gli altri, di ciò che potesse dire chiunque...
ci siamo avvinghiati, urlati contro, picchiati, detestati, amati in un certo senso, diluiti ognuno nelle paure dell'altro, minacciati, abbracciati, lasciati e ripresi e disperati...quanto disperati? una commedia dopo un drammatico vissuto e la paura è passata...tranne qualche raro black out mnemonico e una valanga di ricordi ad invadermi le ore passate vuote alla scrivania...
Poi io ho capito che l'età c'entrava eccome, sorella, e non dirmi che non l'avevi capito, che non lo sapevi già...ho capito che la maturità può mancare negli occhi di chi ha visto 50 primavere e comparire nelle iridi scure di chi ne ha vissute appena 27..
Si oppone, parla di preghiere incerte da balbettare all'alba, inginocchiate e col capo chino...
che espressione le compare in viso quando le confesso che sento il peccato sussurrare all'orecchio, quel serpente che ancora bisbiglia dolce e giustifica i miei errori, e rende incerto ogni mio passo verso la salvezza, come direbbe lei...sorella Ray...
Sorella Ray, con quel volto scuro, quasi cubano, quell'accenno di barba malcelata sotto il velo, quell'altezza nascosta dietro l'incedere chino, verso la sua cella, quelle spalle larghe da uomo di terra...e il seno piatto e inesistente...e quel pomo che ad ogni suo deglutire andava su e giù su e giù e tagliava la testa alla verità lampante...sorella Ray...
cosa ne penseresti, sorella.. se adesso...

mercoledì 18 gennaio 2012

appropriazione indebita???

solcate il pavimento come se i tacchi potessero rigarne i solchi,
attraversate le sedie, le poltrone, dove siedono gli ospiti a disagio
che in silenzio covano un punto interrogativo...
vi destreggiate in un focolare che non vi appartiene,
con baldanza e ostentata sicurezza
offrite succhi di frutta, cappuccini e bevande calde ristoratrici
da che pianeta venite? avete appreso queste arti in una qualche scuola della quale ignoro l'esistenza?
non vi preoccupate di chi riconosce la vostra etichetta, no, questo no
andate fiere e sicure di ciò che siete
l'esaltazione è madre della vostra scuola,
l'orgoglio il vostro pane e padre
i vostri progenitori incantati ed esterrefatti dal vostro perfect behaviour
e chi è vostro pari è scaraventato da anni in un vortice di indifferenza e inferiorità
vi pavoneggiate dove il popolo piange
dove qualcuno versa lacrime voi date pacche sulle spalle,
e cogliete l'occasione

per palesare il vostro aplomb impareggiabile e i vostri modi compìti e accurati
conoscete la lingua che sto parlando?
fin dall'infanzia avete rivendicato proprietà che non vi competevano
e tutt'ora non vi competono
forse è ora che impariate, che i vostri modi affettati non ci incantano
noi restiamo in silenzio e parliamo coi fatti
noi troviamo giovamento nel farvi credere, illudere, che la vostra sia una vittoria
che tutto vada bene così anche a noi...
per quel che mi riguarda, sarei felice di elemosinarvi la mia fetta di torta
quella torta che non ho mai voluto in cambio di un pò di affetto
quelle moine e quella maleducazione che non ho mai usato per ottenere nulla,
ne abbracci ne applausi entusiasti
siamo cresciute all'ombra di voi e di altri come voi
esaltati da chi ha capito presto che a volte
è meglio saper dire che saper fare....
--- peccato la vostra padronanza non comprenda il corretto uso della lingua italiana...
dedicated to...

non solum....sed etiam...

Non solum quando i system cantavano chop suey e quel miscuglio prendeva forma, una bambina anni prima coi capelli biondi raccolti e tanto coraggio, attraversava in platform una foresta fitta, dove cadevano pigne mortali, e poi ancora il cielo si riempiva di colori e ancora la bambina correva...
Susan detta Sue, non vedeva gli strazi, col vetro le arrivano ovattati rimproveri e moniti materni, ma ride e continua a correre, silenziosa, con la coda che le saltella ad ogni passo...avanza...armata del solo coraggio...
una macchina avanzava tra vampiri al buio...
cambiano stagioni e cadono capelli e passano le ore, ma la vedi ancora, lei o l'altro semi punk, con i jeans, la tasca piena di chewingum, lo senti ancora masticare per crearsi un varco verso la salvezza e i diavoletti arancioni svolazzanti...
non c'è eczema o sindromi reumatiche, c'è autonomia...

il dopo è sempre una sorpresa, il futuro è, seppur intuibile, sempre più sorprendente di quanto ci aspettassimo. Un allenamento cinematografico non ci ha ancora dato modo di prevedere certe cose, e assemblarle.

Siete morti entrambi, le nostre lacrime vi hanno ricoperto di silenzio.

Mi chiedo degli altri, di quanto fossero reali le lacrime, della loro buonuscita.

sed etiam....
Ma il disprezzo dei vivi non si accompagna al reale trapasso dei morti. Io non disprezzo, io vedo solo le debolezze che avete avuto e che anche io ho.

Non mi spetta giudicare, non vi spetta giudicare, non gli spetta giudicare, sebbene in molti di noi si permettano di farlo.

Quella pazza ancora corre..e la musica martella le orecchie, il suo correre incessante si porta via i ricordi di quel periodo, si porta via i miei 11 anni...

Mi ricordo "L'amiga", quadrati piatti blu o neri, le etichette per dividerli, Bari e i sistemi, gli appassionati e le passioni...e la bambina continua a correre nella mia testa, in qualche modo....



giovedì 12 gennaio 2012

dissento


orli d'oro e seta.
candida e immacolata obbedienza
vile soppressione
attesa scandita da continui sussulti
grida lacerate solo dal silenzio
fughe in punta di piedi
o da seduti
sul lastricato dietro casa
ricordi o sogni,
o allucinazioni passate
e sepolte.
Alla mattina dell'epifania
mattoni e calce
e sguardi infreddoliti
acqua e singhiozzi congelati
sentimenti bruciati.

E adesso? è tutto fermo, bruciato, incenerito dal calore. O forse congelato, fermo.
Non si percepisce niente, solo una specie di vuoto, se pensate è solo questo che sentite.
Non amo più, non ho freddo, non ho caldo, non agisco e non mi alzo, non lotto.
Solo galleggiare con la testa su marte, con la testa su marte e rinsavire e ritornare dal viaggio e scrollarsi di dosso queste responsabilità e tradire le aspettative che ci hanno cucito addosso, che ci stanno cucendo addosso. Rovinare le cose solo per il gusto di dissentire...