martedì 15 dicembre 2009

la fiaba di morfeo

c'era una volta...
dopo tanto tempo era rientrata in quella casa enorme, con quell'enorme finestra rotonda, che dalla sua camera faceva entrare tanta luce. La stanza del trauma. Nonostante il pavimento indaco dovesse farle dimenticare tutto, invece , glielo ricordava. Appena arrivata gettò il borsone in terra, e lasciò la stanza, si appollaiò sul divano, in sala e accese la tv, annoiata. Dopo pochi minuti arrivò Maura con tanti pacchetti.
"che fai lì? hai già disfatto la valigia? Roby non puoi stare così, è passata non tornerà più..da quando te ne sei andata, anche lui è andato via.."
"allora ora che sono qui, potrebbe tornare!"
"ma no, non intendevo questo...guarda invece di stare lì a perdere tempo, aiutami a chiudere queti pacchetti, stasera c'è la festa..tutta in tua onore"
"che culo" rispose oziosamente Roby, si alzò dal divano e finse di aiutare lentamente la sua coinquilina nella preparazione dei pacchetti..ma porca miseria, pensava, sono appena tornata dopo quello che è successo e lei pensa a metter su una festa, non voglio neppure dormire in quella stanza, davanti a quella finestra..
un anno prima, un anno esatto prima di quel giorno, quella finestra si era frantumata, spinta dal vento di tramontana, ed era entrato lui. Lui che lei non aspettava di vedere, lui che era venuto a tediare le sue notti e i suoi giorni, e a terrorizzarla.
S'era detta che era un incubo, s'era detta è uno scherzo, ma lui aveva sfondato i vetri con un soffio, ed era entrata nella sua stanza al 7° piano di notte col corpo nero e il volto bianco sfigurato di luce...e aprendo la bocca, o meglio le fauci aveva lanciato un grido supersonico, quasi uno di quei richiami per le balene, lacerante all'udito, terribile al cervello...
poi era sparito, lasciandola a gridare nella notte a occhi sbarrati, nel buio.
Poi ancora per altre 4 notti, poi i medici, le diagnosi, la psicanalisi, ma nessuno che riuscisse a spiegare perchè lei vedesse quell'essere nero e bianco di luce sfigurato in volto, alto 2 metri e mezzo che gridava nella sua stanza nel buio della notte.
Poi l'ultima notte, l'ultima... aveva indossato l'impermeabile nero, i guanti, il cappello sul viso, per aspettarlo, per seguirlo quando sarebbe uscito..
puntuale come sempe alle 3 di notte era entrato, questa volta uscendo dal fondo del letto, e s'era seduto accanto a lei sulle coperte...
"devi venire con me, devi seguirmi"
"chi sei?"con la voce tremante rispose.
"devi venire con me, mi capisci ora? la tua lingua non è facile per me"
"non si direbbe, dimmi prima chi sei"
"devi lasciare questo posto, tu appartieni a me..."
"sto diventando pazza a causa tua, puoi dirmi chi diavolo sei?"
"ecco...sono qui per annunciarti il suo arrivo..."
poi si era alzato, per sparire di nuovo verso la finestra...
lei gli era corsa dietro, inciampando aveva battuto la testa, poi il ricovero e la decisione di tornare a casa dai suoi, di lasciare l'università almeno per un pò.
Ed ora di nuovo lì, in mezzo a quelle persone che l'avevano presa per pazza, nonostante il baccano dei vetri infranti e le sue grida potessero essere motivo per darle il beneficio del dubbio.
Amiche del cazzo, aveva pensato. Abbandonò i pacchetti si rimise sul divano e si appisolò.
LA sera arrivò e la festa e gli amici, Roby era stata svegliata dal suono del citofono e dal solito, incubo...LUI
Stranamente la festa non si teneva in sala, bensì, come scopri dopo, nella sua stanza.
Per l'occasione la finestra era stata murata, avevano lasciato giusto dieci cm per la luce e l'aria e la parete era stata dipinta di azzurro. Appena nella stanza sentì un brivido, un presentimento
"Roby!!! rieccoti!!! allora? ti piace la parete? così itornerai a guardare il cielo per quello che è !azzurro"
"si, aggiunse una voce dietro di lei, senza aspettarti di veder volare qualcosa hahhahaha" la voce era di Andrea, una sua collega di università non troppo simpatica.
"chi cazzo ti ha invitato, vipera?" rispose con rabbia Roby.
In mezzo alla musica e al caos, Roby però aveva sentito. Di nuovo, un tonfo.e ancora, e ancora, Contro la parete azzurra, contro il finto cielo che avevano voluto costruire per lei, un cielo inutile, pensò.
Dipingetemi la serenità su questa minchia, lo sentite?
"Mau la senti? dimmi che lo senti"
"roby ti devi calmare Andrea è una vipera, ma ci è rimasta male e poi cosa dovrei sentire?"
"ssssst silenzio, abbassate"
il tonfo era chiaro, qualcosa batteva contro la parete, dall'esterno dal 7° piano, ancora una volta.
Roby fece uscire tutti, se deve parlarmi che lo faccia una volta per tutte e si chiarisca questa storia.
Sbirciò dalla fessura, un enorme bozzolo, grigiastro era appeso fuori spinto dal vento, sembrava il corpo di un uomo, ma era più una larva gigante non viscida..
"lo so che ci sei Roby, ma se non apri io non posso..."
"chi sei? che ci fai qui?= che volete da me?" gridò
"io sono ...io sono..colui che ti deve informare.."
"di cosa?"
"del suo arrivo..sta per tornare, ma se non apri e non dispiego le ali, sarà come non averti detto nulla..lascia che io entri"
"se non ti apro, lui non arriva?"
"no"
" e te ne andrai?"
"resterò finchè non lo farai"
"non puoi, non devi"
"devo Roby, io porto la nuova e se non la consegno non posso andare via ..."

[....]

ora dopo ora guardò quell'angelo fremere, cercare di liberarsi, ma in silenzio, senza rumore, un sommesso tentativo di fuga, quasi una cortesia...
"Metathron, perchè vuole me, perchè deve portarmi via? chi è?"
"è un demone ma non conosco il motivo... non so perchè mi abbiano inviato, liberami e dispiegando le ali capirai tutto..!"
era rimasta sola quella notte, in quella stanza ad ammirare il bozzolo che avvolgeva Metathron, a cercare di carpirne informazioni ma non parlava...
Fino alla fine si chiese cosa potesse significare lasciar morire un angelo
e con la testa di Metathron in grembo iniziò a cantare, per accompagnarlo dove sarebbe andato.. oltre...
niente piume nel vento, niente pensieri fluttuanti nell'aria
solo le vestigie grigie ormai divenute bianche, limpide come l'intento, l'anima dell'angelo, ormai quasi cenere, luminosa...
si sedette e piangendo cantò.....


è il prodotto di un sogno, stanotte..

5 commenti:

  1. Mi sono letteralmente divorata questa fiaba di Morfeo...chissa' perche' i migliori racconti che scriviamo hanno origine dai nostri sogni, soprattutto se sono incubi...il nostro subconscio e' la miglior musa ispiratrice che potremmo desiderare!
    Mi e' piaciuto il lieto fine...sei stata grande, hai vinto tu!
    Un abbraccio
    Dony

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  2. Sogni... Incubi... Sono diversi punti di vista da cui si scorge lo stesso sogno...

    Potrei trovare strano il tuo sogno, se non lo fossero altrettanto i miei.

    Lodevole la trasposizione in racconto, poiché è dannatamente difficile riuscire a trasmettere certe cose.

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  3. che faccio....mi esprimo? EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIII YAHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO e grazie :) grazie grazie...davvero, troppo buoni =)

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  4. COMPLIMENTI .....sei brava nello scrivere .

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  5. Durei che questo racconto è bellissimo e che va assolutamente continuato ed approfondito. Brava sister sei bravissima!

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