giovedì 24 marzo 2011

Dio esiste: c'ho le prove




Le prove, o se vogliamo la "prova", anzi "PROVA" è vivente, deambulante, respira, cammina, beve, forse non fuma, corre, fa sport, lavora, sorride, passa, rallenta, saluta e scompare nel meriggio assolato di un giorno di fine marzo.
"LA PROVA" si sorbisce il mio sguardo, mentre passo con l'auto, e lo scorgo correre sul ciglio della strada, nello stesso momento in cui io desidererei riposare su un cuscino fresco..
LA PROVA ultimo discendente di una razza educata del sud est italiano, gentile, curioso se vogliamo, nei modi di fare, al rientro dalla sua corsa mattutina, sopporta e non protesta la mia innata passione per il fischio, mi ode fischiare una canzone allegra dei Dire Straits, mi scorge, mi augura buongiorno e va via, tra le braccia del box doccia, nel quale mi vorrei allegramente tramutare.
LA PROVA, (LP) per gli amici, ha degli occhi dolcissimi, le ciglia lunghe di una donna, e la figura snella e alta, forse ignaro dell'ascendente sulle donne, forse ignaro della sua bellezza leggera, o forse incurante degli occhi delle donne che si posano su di lui.
Io e LP ci guardiamo sempre negli occhi quando parliamo: un raro privilegio che un si bel giovine mi guardi negli occhi, in genere guardano dietro di me, per salvare parte dell'appetito che perdono al primo impatto con la mia disgustosa, ma doverosa, presenza...
LP è gentile con me, ma è gentile con tutti, e forse con tutte. Orsù dunque fratello cedimi parte di te, allora =D
Questa è un' ode a LP, non me ne voglia il mio attuale compagno, i miei occhi in tua assenza ciondolano invano, ma quando ho visto LP dopo tanto tempo (5 mesi, 3 settimane e 1 giorno...) ho recuperato il dono dell'entusiasmo, spezzando un bigio pomeriggio...
LP che leggiadro e leggero e levriero
ondeggi e scherzeggi con me
sul vano noioso perire
penare, aspettare e sudare
del torvo lavoro funesto
che tuttavia DETESTO...
sei l'unica ragione
di un sorriso cagione..
Giovanotto se stringessimo solo amicizia, sarei la più invidiata e additata dell'intera struttura, ma tu non lo fai, disgustato e semplicemente ipocrita nel nascondere tale desio di vedermi sparire al più presto.
Ciao LP, spero di rivederti presto, nella tua forma splendente e slanciata...con un bel sorriso, forse falso, forse no, sul viso...
Mon Dieu...CHE PEZZO DI FIGO....

mercoledì 23 marzo 2011

Quel giorno ero uscita di casa, troppo presto, o forse, troppo tardi.
Troppo in fretta, colta dal nervosismo e l'ansia, e gli insinceri sentimenti che cercavo di confessarmi.
Avevo indossato i primi jeans gettati sulla sedia, un maglione preso dall'armadio, con l'odore di detersivo e ferro da stiro ancora saltellante, e poi gli anfibi marroni congela piedi, quelli che non mi hanno mai riparato dal freddo, ma dalla pioggia scrosciante del centro sud, sempre.
La giacca stinta ormai chissà da quanto tempo...
fuori aveva rpreso a piovere, ma non mi andava di rientrare, mi ero alzata il bavero della giacca e avevo preso a camminare a passo spedito verso la mia destinazione. Mi fermavo ogni 5 metri, per lasciare che le auto rombanti passassero nelle pozzanghere lacunari sull'asfalto ed evitarmi il solito bagno di fango e parolacce, fango e parolacce...
Poi una voce accanto a me: "ehi, è mezz'ora che ti chiamo, ma cos'hai le solite cuffiette strazianti nei timpani?" aveva detto scostandomi i capelli per controllare che le cuffie effettivamente non ci fossero. "No, è che vado di fretta...",
"Ma dove cavolo vai di fretta con questo tempo? invece di restare a casa a prendere caldo con una bella cioccolata calda fumante..."
"lo sai che detesto la cioccolata.."
"si, si, si si si si certo zuccona, lo so, ma non ti credo, lo sai.." e mi mostrò uno dei suoi sorrisi più convincenti. La sincerità fatta persona, rivestita di dolcezza e femminilità, questo era Maura. Mi prese sotto braccio e insieme ci incamminammo, non avevo dovuto neppure spiegarle dove fossimo dirette, si era semplicemente aggregata a me, e alla mia destinazione.
Eravamo quasi giunte a destinazione, per altro una destinazione alquanto banale: il supermercato, ci mancava giusto l'ultimo angolo e....
La sentii stringermi il braccio.. avevo pensato che volesse trasmettermi l'idea di un legame speciale tra me e lei...lei così dolce, bella femminile, convincente, con quell'aria persa nel vuoto e al contempo concentrata sul tutto, che avevo seguito e conosciuto al corso di genetica..lei che...ma quell'angolo, quel maledetto angolo, distrusse per sempre ogni mia speranza di poterLe dichiarare ogni cosa e poterLa avere sempre con me...
Incrociammo due colleghi dell'università...
Si fece avanti per primo quello più alto, col viso squadrato, la mascella marcata, i capelli a spazzola, il sorriso comico..
"Maura e giusto te potevamo incontrare sotto la pioggia, dove vai? a invadere i sonni proibiti di qualcuno?"
Accanto a lui, coi capelli bagnati dalla pioggia, il foriero di sventure, l'orecchino al lobo sinistro, le ciglia lunghe scure, le labbra chiuse, quasi serrate, a riflettere, forse studiare chi gli si parava di fronte. Era stato sicuramente coinvolto dalla risata cristallina di Maura..
La barba incolta, gli zigomi sporgenti, marcati, il pomo d'adamo in perfetta vista..questa parte era sempre stato qualcosa che nelle donne mi era mancato...un pomo d'adamo. Era una di quelle parti maschili che più mi intrigavano..ma che purtroppo il mio amore per le donne aveva fatto soffocare..
"Maura, cafona, presentatici il pulcino qui..."
"ma quale pulcino?"
"La tua amica furbacchiona, ciao io sono Davide e questo deficiente ammutolito è Paolo"
"p..piacere.." balbettai..
"..si, ma come ti chiami ?
"Elena, mi chiamo Elena"
"ciao, io mi chiamo Paolo, scusa, è che sotto la pioggia non riuscivo a capire bene cosa dicesse questo conte qui, con me" disse riferendosi sarcasticamente a Davide..
Rimanemmo a parlare qualche minuto, sotto la pioggia...